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Alessandro Mendini nasce a Milano nel 1931. Laureato in architettura al Politecnico, si affianca allo studio Nizzoli, per poi aderire alle avanguardie post-radicali degli anni '70. Tra queste lo studio Alchimia fondato da Alessandro Guerriero, per cui vincerà, con le sue teorie sperimentali, il premio Compasso d'oro alla ricerca (1981). Nel 1974 fonda la Global Tools, una sorta di non-scuola sperimentale, alla quale parteciperà anche Ettore Sottsass, per contrastare la visione della figura dell’architetto e del designer come tecnico al servizio dei fini produttivi, allo scopo di recuperare una dimensione artigianale e multidisciplinare.

Mentre è alla direzione di note riviste quali Casabella, Modo e Domus, chiamato dallo stesso Gio Ponti, ha modo di definire i concetti che saranno alla base dei suoi lavori, come quello di design neo-moderno e redesign, nell'idea di dare nuovi significati a oggetti esistenti, sempre con una vena di ironia, come nel caso della poltrona Proust, esposta alla Triennale di Milano. Nel 1989 fonda, insieme al fratello, l'Atelier Mendini e collabora con importanti realtà come Alessi, Swatch, Cartier, Swarovski, Hermes e molte altre. Sempre con un tocco originale e a tratti ironico, come nel caso del cavatappi M che riprende, stilizzata, la sua figura, senza tralasciare la praticità, spazia dall'architettura all'arredo, dal product al lighting design, disegnando per Artemide e Slamp.

Nonostante la sua fama e i riconoscimenti ottenuti, fra cui il Compasso d'oro alla carriera, l'onoreficenza di Cavaliere dell'Ordine delle arti e delle lettere, quella delll'Architectural League di New York e l’European Prize for Architecture Awards, si definisce “Geppetto: nelle mie mani, cose inanimate sembrano prendere vita”.

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